Il mistero di San Biagio

Siamo a Vallepietra, piccolo borgo in provincia di Roma, situato all’interno della Valle del fiume Simbrivio, letteralmente abbracciato dal meraviglioso contesto naturalistico dei Monti Simbruini. Queste montagne emergono dal mare tra i 5 e i 7 milioni di anni fa e a partire dalla fine dell’ultimo periodo glaciale (circa 20.000 anni fa), avviene il fenomeno del carsismo e dell’erosione ad opera delle acque fluviali con conseguente rimodellamento del territorio (1).  

Questa trasformazione contribuisce alla formazione di numerose grotte, sfruttate dall’uomo sin dal Paleolitico. Camminando attraverso i sentieri, che si inoltrano nei boschi a pochi passi dal Paese, si scorgono numerose cavità della roccia, spesso visibili anche a grande distanza. Molte di queste sono state utilizzate dall’uomo per vari scopi, tra i quali la creazione di rifugi di fortuna da parte dei pastori oppure di luoghi dedicati al culto e alla preghiera.

La presenza di questi ambienti appartati, nascosti all’interno della vegetazione, favorisce la nascita e lo sviluppo di diversi insediamenti eremitici. Nel libro I Dialoghi di San Gregorio Magno viene citata la storia di San Benedetto, che intorno al 500 d.C. fonda nella Valle dell’Aniene 12 cenobi, abitati da altrettanti monaci (2). Quelli riguardanti il territorio di Vallepietra vengono istituiti in onore di San Matteo, San Biagio, Sant’Angelo, San Clemente,  insieme a due piccole chiese, Santa Maria e La Cona.

È molto difficile recuperare le tracce di questo tipo di insediamenti, in assenza di indagini archeologiche o segni d’uso o di riadattamento, come la costruzione di mura di protezione. Spesso, infatti, i nomi di queste costruzioni, per la maggior parte costituite da ruderi, devono la loro origine a leggende o racconti locali.

Chi era San Biagio?

Ma chi era San Biagio la cui devozione è ancora molto viva nelle tradizioni della nostra penisola? San Biagio di Sebaste fu un vescovo armeno, morto martire, che visse tra il III e il IV secolo d.C. a Sebaste, Armenia (Asia Minore), dove ottenne la carica di vescovo. Nonostante la libertà di culto concessa da Roma, venne catturato, rinchiuso, torturato e condannato a morte per decapitazione (3). 

La venerazione per San Biagio è attestata nelle aree laziali in provincia di Rieti, con insediamenti eremitici sul monte San Martino a Farfa (RI) e a Castel Sant’Angelo (RI), dove è conservata una sua reliquia. Le tracce legate al suo culto nella Valle dell’Aniene sono presenti nei toponimi, come la Contrada di San Biagio a Subiaco (RM) o la località Colle San Biagio a Trevi nel Lazio (RM). Si racconta che anche a Vallepietra vi fosse un luogo chiamato San Biagio ma le informazioni sono frammentarie, basate principalmente su storie tramandate oralmente da contadini locali (4).

Un luogo che racconta dei nostri avi

Decido di recarmi presso un sito denominato Colle San Biagio, dove sono presenti dei ruderi. Mi accompagnano il Sindaco di Vallepietra Flavio De Santis, Cristoforo David, profondo conoscitore del luogo e il presidente dell’Associazione Culturale Don Salvatore Mercuri, che conserva l’archivio storico del paese.

Partiamo da una delle tante sorgenti, denominata “acqua nera”, percorrendo un sentiero che si inoltra attraverso un paesaggio piuttosto brullo e roccioso. Dopo circa 30 minuti giungiamo in una
zona aperta, dove sulla destra si intravede una costruzione. Si tratta di un edificio in pietra le cui pareti sono in parte costituite da una gigantesca roccia.

La parte frontale è formata da un muro a secco e da un ingresso, la cui zona superiore è costituita da un architrave. Cristoforo racconta che si tratta di vecchie stalle adattate a ovili oppure usate per contenere provvisoriamente il granturco o il grano raccolti. 

Solitamente vicino alla stalla veniva costruito un edificio più piccolo che serviva da cucina, per evitare che durante con il fuoco acceso bruciassero elementi come la paglia o il legno. Dopo una perlustrazione della zona, ne abbiamo individuati altri, di cui un paio ben conservati.

Una storia che si perde nel tempo

Difficile risalire alla motivazione per cui questo luogo viene chiamato San Biagio. Forse esisteva un’antica struttura? Fatto sta che queste pietre raccontano di un passato non molto lontano, di uomini e donne che trascorrevano la maggior parte della loro vita nei campi, di storie che si perdono nel tempo e sono una meravigliosa e preziosa testimonianza da recuperare, conservare e custodire.

Bibliografia

(1 – Fabbi S., 2022, La Storia Geologica della Provincia di Frosinone (PDF), Sapienza Università di Roma)

(2 – Monasteri Benedettini di Subiaco)

(3 – Vaticano.com_San Biagio)

(4 – Ermini Pani L., 2010, Le valli dei monaci, Subiaco, Roma)

Ringraziamenti

Si ringrazia la  Rivista Aequa, indagini storico-culturali sul territorio degli Equi, per la pubblicazione e divulgazione del presente articolo nel n. 89.

Si ringraziano:

Il Presidente dell’Associazione Culturale Don Salvatore Mercuri, Filippo Graziosi
Cristoforo David
Il  Comune di Vallepietra e il Sindaco Flavio De Santis