Il suono dell’acqua

Il suono dell'acqua

Il suono dell’acqua che scorre è una delle particolarità che rendono Vallepietra unica e custode di grandi ricchezze. L’acqua, da sempre simbolo di queste montagne, ha lasciato un segno non solo sulle loro rocce, ma anche nelle persone che da secoli abitano questi luoghi. L’Aniene, che dà il nome alla Valle che accoglie diversi borghi tra cui Vallepietra, nasce a Fiumata, in provincia di Frosinone, nel Parco Regionale dei Monti Simbruini. 

Numerose sono le sorgenti dalle quali sgorgano le sue acque. Sul versante sud-orientale del Monte Tarino (1959 m) si trova quella di Riglioso (o Capo Aniene), a 1203 m, poi la sorgente delle Grotte di Pertuso, tra Trevi nel Lazio e Filettino. C’è poi un altro ramo alimentato dalla Fonte della Moscosa (1619 m), ad est di Monte Cotento. Poi ci sono le cascate di Trevi in località Comunacque.

Il Simbrivio

Nei pressi di Vallepietra scorre il Simbrivio, che nasce da diverse sorgenti situate sul Monte Autore (1853 m), sul Monte Tarinello (1846 m) e sul Monte Assalonne (1518 m). Successivamente prosegue la sua corsa e giunto ad Agosta, accoglie le sorgenti dell’Acqua Claudia e più in là, nei pressi di Arsoli e Marano Equo, le sorgenti dell’Acqua Marcia. Qui la portata del fiume aumenta in modo considerevole. 

L’acqua marcia ad Arsoli proviene dall’unità idrogeologica dei monti Simbruini attraverso inghiottitoi sotterranei arrivando fino a Roma e alimentando anche la bellissima fontana di Piazza della Repubblica alla Stazione Termini.

L’abbondanza di acqua ha consentito insediamenti nella valle sin dall’antichità. I romani, infatti, costruirono numerosi acquedotti per rifornire la città di Roma. Uno dei più importanti fu chiamato Anio Vetus, iniziato nel 272 a.C. Nel 144 a.C. i romani iniziarono a sfruttare la zona dell’Acqua Marcia e nel 38 d.C. Caligola iniziò i lavori di altri due importanti acquedotti, conclusi dall’imperatore Claudio nel 52 d.C. (Anio Novus e Acqua Claudia).

A seguito della costruzione della Villa di Traiano negli Altipiani di Arcinazzo, divenne fonte di riserva d’acqua uno dei due laghetti della Villa di Nerone a Subiaco. Nel 1870, per volontà di Papa Pio XI fu costruito l’Acquedotto Marcio.

L'acqua di Vallepietra disseta i comuni del Lazio

Facendo una ricerca nel web sulla frequenza del termine Vallepietra nella carta stampata, vediamo che tra il 1927 e il 1929 c’è stato un picco. Probabilmente si deve il risalto della stampa al fatto che dal 1928 fino al 1932 era in costruzione l’Acquedotto Consorziale del Simbrivio, che riforniva 22 comuni, inaugurato da Mussolini a Velletri il 28/10/1932. 

Nel 1926 fu installato un secondo gruppo dalla potenza di 1 MW all’impianto del Tartaro, in aggiunta a quello già esistente della potenza di 1,5 MW, attivato dal febbraio 1903.

Tra il 1959 e il 1967, fu realizzato un secondo Acquedotto del Simbrivio, chiamato N.A.S.C. ovvero Nuovo Acquedotto Simbrivio Castelli che incrementò la dotazione idrica dei primi 22 comuni, integrando i comuni dei Castelli Romani, quelli del comprensorio Casilino Prenestino e alcuni comuni della Valle dell’Aniene. 

Il Simbrivio, quindi, costituisce tuttora una delle più importanti riserve idriche del Lazio.

L' acqua: fonte di vita e d'ispirazione

Va ricordato che l’acqua garantisce la sopravvivenza della nostra specie, va quindi tutelata e preservata. Gli abitanti di Vallepietra la rispettano, come qualcosa di sacro. Diversi autori ne parlano.

Filippo Caraffa scrive del suo granturco, le sue patate e i suoi fagioli, che grazie a queste acque acquisiscono un sapore che li rende unici nel loro genere e delle trote, che crescono nelle sue acque purissime.

Don Salvatore Mercuri elogia l’acqua di Vallepietra attraverso la sua poesia Acqua di Polla. Ci sono poi le canzoni dei pellegrini con i loro ritornelli dedicati all’acqua come fonte che disseta le persone che attraversano queste montagne per visitare il Santuario della Santissima Trinità.

Infine, una meravigliosa descrizione del paesaggio di Vallepietra da parte di Emilio Cecchi del 1936, per il quale il Simbrivio ha “il colore e la furia delle acque del nevaio”.

L’acqua è l’elemento essenziale della vita, noi stessi siamo fatti di acqua, Spesso ci dimentichiamo che è lei la nostra grande ricchezza.

Bibliografia:

Cesa L., L’ Acquedotto Consorziale del Simbrivio, 2002

D’Orefice M., Falcetti S., Moretti P., Pantaloni M., Pichezzi R.M., Scalise A.R., Un territorio da (ri)scoprire: l’alta Valle del fiume Aniene, 2014

Si ringraziano Filippo Graziosi, Luigi Reali, Marina Benedetti

Fotografia:

Immagine Acquedotto del Simbrivio: fonte Cesa L.,  L’Acquedotto Consorziale del Simbrivio, 2002

Immagine dati: fonte Google

Altre immagini: Tiziana Ilari