Nella vecchia credenza: la minestra di pane

Come ogni paese che si rispetti, anche Vallepietra custodisce antiche ricette. Un tempo si tramandavano di madre in figlia, perché chi tutelava i segreti dell’arte culinaria erano soprattutto le donne. 

La vita frenetica di oggi, ci impone l’uso di ingredienti semplici per creare piatti veloci da cucinare ma nei momenti di pausa, soprattutto durante le vacanze, si tende a voler riscoprire quei sapori antichi. 

Cosa mangiavano le nostre mamme e cosa cucinavano le nostre nonne? Quale sapienza antica custodivano i loro piatti?

Ecco un iter contenente una serie di ricette vallepietrane ripescate dal cassetto di una vecchia credenza.

La minestra di pane

Il pane, oltre ad essere un alimento prezioso nato dal frutto del duro lavoro dell’uomo, possiede un forte significato simbolico di ricchezza, abbondanza e prosperità. Una volta il pane rappresentava una delle poche risorse disponibili per sfamare intere famiglie.

Mentre oggi ne abbiamo in abbondanza e spesso viene “consapevolmente” gettato nella spazzatura, ai tempi dei nostri nonni, quando si soffriva la fame, veniva conservato con cura e riutilizzato.

Uno dei modi per recuperarlo era ammollarlo nel brodo caldo insieme ad altri ingredienti. In questo modo si otteneva un pasto in grado di sfamare tutti con quel poco che si aveva a disposizione ma nello stesso tempo ci si scaldava. Immaginiamo il sollievo che poteva dare una minestra calda durante le gelide serate invernali, quando l’unica fonte di calore era il camino acceso.

Gli ingredienti della minestra di pane sono il pane, l’olio d’oliva, la cipolla, il sedano, il peperoncino, la conserva, i fagioli, le cotiche, le patate, acqua e sale.

Si prepara un soffritto con olio, cipolla, sedano e peperoncino. Si aggiunge la conserva, l’acqua, i fagioli lessati, le cotiche lessate, le patate a pezzetti e il sale quanto basta. Il tutto si fa bollire per circa un’ora. Intanto si prepara il pane raffermo tagliato sottile e sistemato a strati in una grande insalatiera. Una volta cotta, la zuppa si versa sul pane e si serve ben calda, tutta da assaporare.

Fotografia:

Filippo Graziosi