“La pratica fa mastro”, intervista in dialetto vallepietrano

Siamo di nuovo in compagnia con la Signora Pierina che questa volta ci racconta com’è cambiata la vita contadina, quali sono i mezzi utilizzati per lavorare la terra e cosa si produce attualmente a Vallepietra.

Dalle sue parole, in dialetto, si percepisce tutta la passione e l’amore per la sua terra. Facendo tesoro degli insegnamenti dei suoi avi, continua a produrre patate e fagioli e a portare regolarmente al pascolo le sue mucche. Le sue parole sono schiette, sincere e inducono a una riflessione. Vivere a contatto con la natura e i suoi frutti rappresenta un benessere fisico e mentale, una ricchezza senza pari.

La nostra Pierina e suo marito sono un grande esempio di semplicità e dedizione e all’età di ben ottant’anni, continuano a prendersi cura della loro terra e portare i loro animali in alta montagna.

Quali attrezzi usa per lavorare la terra?

Usa ancora la vanga?

—Mo’ la vanga n’esiste più perché ce sta ju trattore…
‘—Adesso la vanga non esiste più perché c’è il trattore.’

—Quindi non usa più la vanga, usa il trattore?

—No, io no, va a lavora’ ju trattore…e quando me spiccio là cu’ la vanga!
‘—No, io no, va a lavorare il trattore e quando finisco con la vanga!’

All’epoca la vanga era lo strumento più usato. Oggi, grazie alla meccanizzazione dell’agricoltura, si utilizzano mezzi moderni come il trattore. Tuttavia è un attrezzo ancora molto impiegato, insieme alla zappa

Si utilizzano ancora le tecniche di una volta?

—Se va’ a sumenta’ na cosa che mitti a crescenza de luna, che nu va be’, se mette piuttosto a mancanza. Secondo la qualità de sumenta che adda fa’, a mancanza de luna oppure a crescenza, se va be’ a crescenza mitti a crescenza, nun la bagni, comunque quando stau da carosa’ le pecore se carosano a mancanza de luna.
‘—Puoi seminare una cosa con la luna crescente, anche se non va bene, si mette piuttosto a mancanza. Secondo la qualità della semina che devi fare, a mancanza di luna oppure con la luna crescente. Se pianti con la luna crescente meglio non bagnare il terreno. Comunque, quando bisogna tosare le pecore si fa a mancanza di luna.’

La semina dell’orto avviene ancora con metodi antichi ad esempio quello delle fasi lunari,  tenendo sempre presente la qualità della sementa. Con la luna crescente meglio non bagnare il terreno. Anche altre operazioni correlate al mondo contadino seguono questi processi. Ad esempio la tosatura delle pecore si fa in mancanza di luna.

Anche lei raccoglie i fagioli?

—Certo, certo, chist’annu lu troppo piove megli ha ruvinati, megli ha maciullati, gli ha fracitati, ce stau tanti facioli più piccoli perché i facioloni s’au fracitati…
‘—Certo, certo, quest’anno il troppo piovere me li ha rovinati, me li ha macerati, li ha ammuffiti, ci sono tanti fagioli più piccoli perché i fagioloni si sono ammuffiti.’

—Ricordo che nonna li raccoglieva e li faceva seccare, tutti per terra…

—Petterra, cu’ le cocce, in italiano le bucce, in vallepietrano se dice le cocce, che poi le cocce vau date alle vacche, ossia alle crape, alle pecore, nun se vau sprecate che so’ pe’ gli animali.
‘—Per terra, con le bucce, in vallepietrano si dice le cocce, che si danno alle mucche, alle capre, alle pecore, non vanno sprecate perché sono per gli animali.’

Ancora oggi i contadini curano la loro terra, come avveniva centinaia di anni fa. Purtroppo spesso gli eventi naturali, come la pioggia troppo abbondante, possono rovinare i raccolti.

Tuttavia, ancora oggi viene sfruttata ogni singola parte del raccolto. Ad esempio le bucce dei fagioli non vengono buttate ma utilizzate come cibo per le capre, le pecore e le mucche.

Canta mentre lavora?

—No, no, se lavuri nun fa’ atru, no, no, jè lavoro come Dio cummanna, addo’ passo se sa’ che so’ passata.
‘—No, no, se lavori non fai altro, no, no, io lavoro come Dio comanda, dove passo si vede che sono passata.’

Il mestiere del contadino è un lavoro duro, che prevede impegno e dedizione. Si dice “lavorare come Dio comanda”

Avete animali?

—Le vacche, però stau la’ alla montagna, nun ce vaju mai a vede’ le vacche, ce sta ju padrone, mi marito, che è nu bravu vaccaro.
‘—Le mucche, però stanno in montagna, non ci vado mai a vederle, c’è il padrone, mio marito, che è un bravo vaccaio.’

—Quanti anni ha suo marito?

—82, è del ‘39, mo’ alla fine de agosto 83, anche lui de Vallepietra.
‘—82 anni, è del ’39, alla fine di agosto 83, anche lui di Vallepietra.’

—E come fa? Va la mattina presto? A piedi?

—Sì, tutte le mmatine, ma no, no, va là ‘ndo’ sta ju ristorante, là ci sta’ unu che simu vicini, mo’ sto’ a abita’ la sopra vicino agliu ristorante e lo porta perché va a lavora’ alla Trinità co’ ju prete.
‘—Sì, tutte le mattine, ma no, no, va dove c’è il ristorante perché gli dà un passaggio un vicino che abita lì e che lavora al Santuario con il parroco.’

—Quando ci va?

—Tutti i giorni, l’inverno tenimu la stalla.
‘—Tutti i giorni, durante l’inverno abbiamo la stalla.’

I contadini di Vallepietra possiedono anche animali, soprattutto bovini, che d’estate vengono portati in alta montagna al pascolo, mentre d’inverno vengono tenuti nelle stalle.

Dove li tenete?

—Ce sta’ la via cu’ le mmachine che va agliu Campu la Pietra, po’ la via Regina che revà verso gli Abruzzi, alla parte de sopra pe ì verso gli Abruzzi ce sta ju fontanile, pè forza là teu da ì a beve le vacche.
‘—C’è la strada per le macchine che va a Campo La Pietra, poi la via Regina che va verso gli Abruzzi. Nella parte sopra per andare verso gli Abruzzi c’è una fonte, per forza là devono andare a bere le mucche.’

—Quindi stanno là vicino?

—Le restregne e ce le porta apposta, è chiamato Migliari.
‘—Le raggruppa e le porta lì, è chiamato Migliari

Per abbeverarli si sfruttano antiche fonti, da cui ancora oggi sgorga acqua pura di sorgente. Una di queste è situata nei pressi del Campo La Pietra, verso gli Abruzzi, in una zona chiamata Migliari.

Perchè non è emigrata?

—Nun ci so’ potuta ì fori perché mamma aveva bisogno de P., so’ stata l’ultima so’ dovuto mantene’ tuttu l’esercito.
‘—Non sono potuta andare fuori perché mamma aveva bisogno di P., sono stata l’ultima e ho dovuto mantenere tutta la famiglia.’

Alcuni contadini, come la nostra Pierina, hanno scelto di rimanere a Vallepietra e lavorare la terra ereditata dai loro padri. Spesso la scelta è stata dettata da un’esigenza familiare. Abbandonare il paese, infatti, avrebbe voluto dire lasciare in difficoltà i propri fratelli o le proprie sorelle.

Un detto vallepietrano.

—Allora, man mano che pratichi te ‘mpari, allora pe’ ‘mparatte divinti il maestro, se te ‘mpari divinti maestro, allora dottrina fa dottu, perché te ‘mpari, la pratica fa mastro perché lavori, lu fa’ perché tieni la pratica, però è un detto vallepietrano, la dottrina fa dottu, la pratica fa mastro.
‘—Man mano che fai pratica impari, quindi diventi maestro, allora dottrina fa dotto, perché impari, la pratica fa mastro perché lavori e mentre lo fai apprendi, è un detto vallepietrano, la dottrina fa dotto, la pratica fa mastro.’

“La dottrina fa dotto e la pratica fa mastro”, è un detto vallepietrano. La dottrina fa dotto perché man mano che si fa pratica si impara. La pratica fa mastro perché imparando si diventa mastro, quindi si può insegnare agli altri quello che si è appreso.

Utilizza il cellulare?

—Megliu portu giustu pe’ la necessità. Eccu l’atra sera c’è stata la messa, A. m’ha chiamato m’ha dittu “te vengo a repiglià”. “Eh, vabbè”, so dittu, “quand’è ora me vie’ a repiglia’”, difatti m’è venuta a repiglia’
‘—Lo porto con me per necessità. L’altra sera c’è stata la messa, A. mi ha chiamata e mi ha detto che sarebbe passata a riprendermi. Ho risposto che andava bene, difatti poi mi è venuta a riprendere.’

—Ma è quello normale o con i video?

—Normale, nun ju capiscu se ci stannu.
‘—Normale, non capisco se ci sono.’

Il rinnovamento delle tecniche agricole e le innovazioni tecnologiche, come l’uso del cellulare, hanno raggiunto anche il piccolo borgo di Vallepietra.

Tuttavia quando si attraversano questi luoghi e si osservano i campi, sapientemente curati, si percepisce un’atmosfera d’altri tempi.

Il legame dei vallepietrani per la propria terra è forte e viscerale. Lavorano nel pieno rispetto dei cicli biologici e in totale armonia con la natura.

 

Si ringrazia la Sig.ra Pierina Romani per gentile concessione e preziosa collaborazione.