La signoria dei Caetani

I Caetani: le origini del dominio

Le origini del dominio della signoria dei Caetani (1267-1670) sono attestate da un atto del 1297, con cui il vescovo di Anagni e il capitolo della cattedrale concessero in feudo al nipote Pietro Caetani i beni e i diritti che possedevano a Vallepietra, Trevi e Filettino.
Nel 1299 il vicario di Pietro, prese possesso delle proprietà del nipote di Rinaldo de Rubeis, che comprendevano una parte delle medesime terre.
Nello stesso anno, i figli di Rinaldo, Stefano e Baldovino, vendevano le proprie terre per ventimila fiorini d’oro, al cardinale Francesco Caetani.
A partire da questi eventi fino al 1302, la potente signoria dei  Caetani, attraverso lauti compensi, iniziò ad acquistare i diritti su tutti i possedimenti della zona. Tali possedimenti includevano i castelli di Vallepietra, Filettino e Jenne, di cui diventarono signori esclusivi.

L'impiccagione di Bello

Con la morte di Pietro Caetani, i figli Roffredo III, Benedetto III e Francesco, dimostrarono un forte attaccamento alle loro terre. Per un periodo furono possedute in comune, finché nel 1317 decisero di dividerle e i possedimenti di Vallepietra furono assegnati a Roffredo.
Alla morte di Roffredo i suoi beni furono ereditati dal figlio Bello (Iacobello), un personaggio scomodo e bellicoso che attirò l’astio dei banderesi di Roma, il cui obiettivo era reprimere le prepotenze dei nobili locali. Lo scontro terminò con la cattura di Bello, la sua impiccagione e la confisca di tutte le sue proprietà.

L'omicidio di Niccolò

Per riprendere i domini paterni, suo figlio, Niccolò e la madre, rimasta vedova, dovettero presentarsi di fronte a vari rappresentanti di famiglie nobili. Quest’ultimi riuscirono a convincere le autorità ecclesiastiche a reintegrarli nei loro possedimenti.
Nel 1373, a causa di un litigio, Niccolò venne ucciso dai suoi fratelli Antonio e Tuzio e i loro beni, inclusi i domini di Vallepietra, furono nuovamente confiscati. A seguito di un processo, furono costretti a pentirsi e chiedere indulgenza. Fu concessa previo versamento di una somma di quattrocento fiorini d’oro come risarcimento per il perdono ottenuto.
Presero nuovamente possesso dei loro beni soltanto nel 1377, grazie all’appoggio di Onorato Caetani di Fondi, amico del papa, che convinse le autorità ecclesiastiche a restituire il maltolto ai suoi familiari.

Onorato e la confisca delle terre

Nel 1434 la signoria di Vallepietra passò al figlio di Antonio Caetani, Onorato, che estese il suo dominio ai territori confinanti. Purtroppo fece l’errore di riconoscere tra i propri vassalli il condottiero Niccolò Fortebraccio, nemico del papa Eugenio IV in quanto aveva invaso territori appartenenti allo stato ecclesiastico. Quando fu ristabilito l’ordine la Chiesa tornò a governare sulle terre della valle dell’Aniene fino al 1443. Soltanto a seguito del perdono da parte del papa, Onorato e la sua famiglia tornarono in possesso della signoria.
Onorato morì nel 1481 e il suo successore, il figlio Antonio, si vide confiscare le terre di Vallepietra e Filettino dal papa Alessandro V, riacquistandone la proprietà dopo la sua morte.

Orazio e la fine della signoria dei Caetani

Seguirono un intreccio di successioni proprie del sistema feudale dell’epoca, fino al 1620, quando a causa dei debiti che gravavano sulla proprietà, i fratelli Muzio e Carlo Benedetto Caetani vendettero il territorio di Vallepietra allo zio Orazio Caetani.
Il dominio della signoria dei Caetani, raccontato dalle dimore e dagli stemmi che rimangono come inestimabile testimonianza, continuò fino al 1670. In quell’anno lo stesso Orazio, ultimo rappresentante della famiglia, morì senza eredi maschi e lasciò Vallepietra alla famiglia alla famiglia degli Astalli.

Bibliografia:

Caraffa, F., 1969, Vallepietra dalle origini alla fine del secolo XIX, Roma, Latenarum Facultas Theologica Pontificiae Universitaris Lateranensis

Foto d’epoca per gentile concessione di Filippo Graziosi