Le sagre

Sagre: cultura e tradizione

Le fiere e le feste paesane sono importantissime per la cultura e le tradizioni locali.  Il Lazio, in particolare, è una regione ricca di bellezze naturali e di bellissimi borghi medievali, in cui si fondono arte, storia e usanze antichissime.

Le sagre offrono la possibilità di gustare prodotti tipici e sono un’occasione di socializzazione e convivialità. Purtroppo la pandemia del Covid-19 ha rappresentato un freno per il proseguimento di queste tradizioni. Ma è importantissimo ripartire, tornare pian piano a socializzare, nel rispetto delle misure di prevenzione, per evitare di perdere l’ormai fragile legame con la natura e con il nostro passato.

Vallepietra ospita ogni anno due importanti eventi: la Sagra del fagiolone e la Sagra della patata. Patate e fagioli sono prodotti locali, coltivati con cura, come si faceva ai tempi dei nostri nonni e senza uso di fertilizzanti chimici.

Il fagiolone e le patate di Vallepietra

A Vallepietra si produce il fagiolone, un prodotto riconosciuto come presidio slow food. Viene coltivato sulle sponde del fiume Simbrivio che con le sue acque pure e fresche contribuisce a arricchirne il sapore. E’ un fagiolo bianco, di grandi dimensioni ed é particolarmente apprezzato per le sua consistenza carnosa e la sua digeribilità.

Si cucina con le sagne, formato di pasta tipico di una vasta area del Lazio sud-orientale. Un altro modo per degustarlo è accompagnato con le salsicce, oppure in umido, tritando finemente cipolla, carota e sedano.

Le patate di Vallepietra sono a pasta gialla, compatte, sode, ottime per preparare un gustoso piatto di gnocchi o per essere cucinate con le salsicce, oppure in bianco condite con mentuccia locale.

La cucina contadina

Durante la guerra, questi due importanti frutti della nostra terra, erano l’unica fonte di sopravvivenza per i contadini locali, insieme al granturco, con cui si preparava il fallò. Era una focaccia di farina di granturco fatta con acqua e sale e cotta sotto la cenere che veniva condita con gli sfrìcui, ovvero piccoli pezzi di carne di maiale, oppure con ricotta, aringa o bagnata nel panuntu, il lardo di maiale. Un altro piatto tipico era la polenta, che veniva versata sulla spianatora o spianatoia, una superficie di legno di forma rettangolare usata come piano di lavoro o per preparare il cibo. Veniva consumata con del lardo, del formaggio grattugiato oppure del pomodoro o della carne.

Patate, fagioli, granturco, vengono chiamati piatti poveri della cucina contadina, in realtà non c’è ricchezza più grande. Chiunque abbia ancora la possibilità di coltivare ancora un campo di fagioli o di patate, è immensamente ricco, perché ha la fortuna di custodire quel rapporto con la natura che stiamo deliberatamente perdendo. Le sagre ci consentono di recuperare una parte di quell’antico legame. 

Camminare per le stradine del borgo, ascoltare le voci dei suoi abitanti, sentire i profumi dei camini accesi e assaporare i suoi piatti. Le nostre tradizioni sono un tesoro e come tale vanno protette, salvaguardate e conservate.

I piatti tipici sono citati  nel  Glossario dell’idioma vallepietrano, Reali L., Reali L., 2003, Subiaco (Roma)

Le locandine fanno riferimento a sagre di anni precedenti. Seguiranno  aggiornamenti per le sagre del 2021.

Foto:

Tiziana Ilari
Filippo Graziosi
Carlo Cogliandro
Agnese David