La transumanza e i pascoli di Vallepietra

Durante l’estate, salendo le pendici dei monti si possono ammirare le meravigliose vedute dei Simbruini. Le aree boschive vengono interrotte da zone coltivate e verdeggianti pianure, spesso destinate ai pascoli. 

Vallepietra sorge in un punto in cui convergono antichi percorsi di transumanza che attraversano le sorgenti del Simbrivio, dove gli animali possono abbeverarsi. La zona, ricchissima di acqua, si presta ancora a questa antica usanza. Camminando lungo i sentieri limitrofi, infatti, si possono spesso scorgere diverse fonti, alcune molto antiche, tuttora utilizzate come abbeveratoi.

La transumanza

La transumanza è un movimento stagionale di bestiame che in primavera viene portato in alta montagna, mentre in autunno discende a valle, dove il clima è più mite. Quando nevica e le temperature sono rigide, gli animali vengono tenuti all’interno di stalle, costruite in punti raggiungibili da parte dei pastori, in modo che possano accudirli.

Nella stagione calda, le greggi pascolano in alta montagna, dove possono cibarsi di piante che crescono più lentamente rispetto a quelle presenti a quote più basse. Uno dei luoghi dove è possibile ammirare gli animali al pascolo è Campo La Pietra, nei pressi del Santuario della Santissima Trinità. Qui, nel periodo estivo, sono presenti mucche e cavalli allo stato brado, perfettamente armonizzati con il paesaggio circostante. Guardarli mentre brucano l’erba e ascoltare i loro suoni, è un piacere per gli occhi e per la mente. 

Le storie di Ambra e Pierina

A Vallepietra la transumanza è una realtà ancora presente e diverse persone, alcune molto giovani, hanno scelto di continuare questa tradizione e dedicare la loro vita alla cura degli animali.

Una di queste è Ambra, che possiede un’attività di ristorazione insieme alla sua famiglia e con il suo splendido sorriso e tanta determinazione, si reca ogni giorno al pascolo per accudire le sue mucche.

Anche Pierina, grande lavoratrice e coltivatrice del fagiolone di Vallepietra, nelle interviste in dialetto, ci racconta dei suoi animali e dell’impegno e la passione che dedica al suo lavoro.

Riprendiamo il contatto con la natura

Ascoltare le storie di queste persone (ma ne esistono tante altre) e guardare le immagini di questo articolo, può lasciare un pò scettici. Siamo nell’era della tecnologia, proiettati verso il futuro, il nostro sguardo non è più abituato a questi colori, a questi ambienti, a questi suoni.

Invece è da qui che bisogna ripartire. Per la sopravvivenza del nostro pianeta è necessario recuperare le antiche tradizioni, vivere in maniera più sostenibile, riprendere il contatto con la natura.

Da qualche anno alcuni ragazzi, discendenti di transumanti, ripercorrono la marcia della transumanza tra Anzio e Jenne. Si tratta di un cammino di tre giorni lungo ben 125 km, dalla località Le Falasche (Anzio) fino a Vallepietra. È un tragitto che attraversa i sentieri di montagna, i campi, i pascoli, costeggiando le vecchie capanne di legno dei pastori o i recinti dedicati alle greggi.

Vallepietra è ancora un luogo incontaminato, dove è possibile riconnettersi con l’ambiente naturale. Basterebbe avvicinarsi a queste persone, ai contadini del luogo, ai coltivatori, ai pastori, seguirli, ascoltare le loro storie e provare a vivere almeno un giorno di totale libertà e armonia con l’ecosistema. Il mondo sarebbe un posto migliore.

Per gentile collaborazione di Ambra Clemenzi e Pierina Romani.

Fotografia:

Ambra Clemenzi
Martina Iona
Alessandra Rotondi
Ennio Pigliapoco
Filippo Graziosi
Giacomina De Santis
Agnese David
Flavio De Santis

Sitografia:

Vallepietra – La marcia della transumanza

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…nun si de Vallepreta se…!!!!??
Aretu alle finestre