Il Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra

La posizione del Santuario

Il Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra si erge a 1337 metri all’interno di un anfiteatro naturale dalla vista mozzafiato.

Sorge all’interno di uno spazio di roccia naturale di circa 300 metri di altezza e circa mille di larghezza denominato il Colle della Tagliata.

La roccia ha l’aspetto di un abside ed è visibile a grande distanza. Presenta stratificazioni e fenditure e ha la caratteristica di essere spoglia di qualsiasi genere di vegetazione.

Sulla sua rupe nidificano bellissimi esemplari di uccelli di rapina e sui suoi fianchi si distendono manti boscosi i cui colori spiccano nel contrasto con la roccia nuda.

La Leggenda

Le leggende legate al Santuario sono numerose.

La più popolare narra della misteriosa apparizione dell’affresco che si trova all’interno della sua cappella.

Un contadino che lavorava le terre in cima al Colle della Tagliata, vide i suoi buoi precipitare nel vuoto con tutto l’aratro. Scendendo, li ritrovò incolumi e adoranti davanti alla grotta col dipinto della Trinità.

L’aratro restò impigliato nella roccia a metà altezza e ancora oggi sembra visibile un troncone sporgente cha ha l’aspetto ricurvo di un aratro. Tutto questo desta meraviglia e curiosità tra i pellegrini in visita al Santuario.

La Storia

Le origini del Santuario

Le sue origini antiche sono avvolte dall’oscurità. 

E’ probabile che la grotta, per la sua esposizione a mezzogiorno, la sua ricchezza di acqua e la facile difesa degli accessi sia stata abitata già dai tempi preistorici. Questa tesi è accreditata dal ritrovamento di due frecce silicee nelle terre antistanti nel 1984.

Più chiare sono le testimonianze dell’epoca romana.

Si notano infatti avanzi di muro reticolato visibili nel piazzale. Ruderi di una costruzione circolare che venne ritenuta un bagno e che furono travolti da una frana nel 1873 poco oltre il Santuario.

Marmi di vario tipo e colore sparsi nelle costruzioni. Due colonne ai piedi della scala orientale con la scritta T. Alfius. Una stirpe votiva di forma circolare rinvenuta nel 1894.

Nelle terre antistanti inoltre, oltre alle punte di frecce silicee, si recuperarono una freccia di ferro e alette aguzze e alcuni frammenti di monete.

Dal medioevo ad oggi

E’ ardua l’impresa di risalire alle vicende successive.

Si ipotizza che l’affresco abbia un influsso orientale dovuto alla presenza di monaci basiliani che intorno al IX secolo si stabilirono in Calabria e in Puglia.

I monaci avanzando, giunsero fino a Grottaferrata da cui fuggirono a causa delle guerre tra Roma e Tuscolo e si stabilirono a Subiaco e da lì colonizzarono la zona (1183 d.c.).

Un’altra vicenda si riferisce ai monaci benedettini (520-527 d.c) che si stabilirono sul Monte Autore e che il Santuario fosse la residenza del capo dei monaci detto archimandrita.

I documenti che iniziano a dirci qualcosa di Vallepietra e il Santuario risalgono  al XII e XIII secolo. Questi documenti riportano che Vallepietra e il Santuario sono appartenuti alla giurisdizione di Trevi per poi passare nel 1088 ai monaci benedettini di Anagni.

Nel 1161 i monaci danno in feudo il territorio ai Trebani per poi essere ceduto nuovamente alla chiesa di Anagni.

Nel 1227 il papa Gregorio IX assegna ufficialmente la chiesa di Vallepietra alla giurisdizione di Anagni. La chiesa di Anagni cedette il feudo di Vallepietra ai Caetani che ne rimasero proprietari finché Pio VII non abolì le prerogative feudali.

Successivamente la curia di Anagni si occupò di vari restauri del Santuario e attualmente è sotto la sua giurisdizione.

Bibliografia:

Mezzana C., Il Santuario della Santissima Trinità sul monte Autore, Curia Vescovile di Anagni, 1943