Smartwalking: in cammino a Vallepietra

Smartwalking: progetto di vita

Qualche tempo fa, raccontavo di come fossero cambiate le nostre vite negli ultimi tre anni. La pandemia ci ha costretti ad abbandonare le nostre abitudini e nello stesso tempo ci ha fatto apprezzare maggiormente il valore delle cose e delle persone.

E’ in questo periodo che nasce il mio blog, con l’obiettivo di ritrovare un legame che sentivo di aver perso, quello con la mia terra e le mie montagne. Tutto questo mi permette di entrare in nuovo mondo di relazioni facendomi stringere contatti con tantissime persone come me, ognuna con un sogno, un progetto, un obiettivo. Entro in un gruppo, gli Smart Trekkers, una community che propone un nuovo stile di vita che unisce lo smartworking al trekking. Tramite loro vengo a conoscenza del progetto Smartwalking. Lui si chiama Davide Fiz e come tutti noi ha una storia da raccontare. Ci sono momenti della vita in cui un cambiamento genera una profonda trasformazione di noi stessi fino a plasmarci radicalmente. Ognuno si può riconoscere in quel momento “in cui tutto ebbe inizio”. Lui ha iniziato così, incamminandosi e chilometro dopo chilometro ha cominciato ad unire dei punti, creando un bellissimo progetto. Non si tratta soltanto di camminare lavorando in smartworking, ma di creare vere e proprie connessioni con le persone e con piccole realtà che altrimenti verrebbero dimenticate.

La mia piccola realtà

Decido di proporre a Davide di portare il suo progetto nel mio mondo. Vallepietra è una comunità di poco più di duecento abitanti ma siamo molto uniti e ci conosciamo tutti. Arriviamo nella piccola piazza e ci stringe la mano il Sindaco Flavio De Santis, che consegna a Davide le chiavi della sua stanza nell’Ostello del Pellegrino. Poi saliamo in cima alla Torre Caetani, inestimabile tesoro del periodo medievale, simbolo del paese. L’atmosfera suggestiva e il paesaggio mozzafiato ci lasciano senza parole. Flavio ci invita ad entrare nella sua 4×4 per portarci al Santuario della Santissima Trinità. Il piazzale è pieno di neve e c’è un silenzio magico. Pian piano scendiamo fino sotto il Colle della Tagliata, che si erge maestoso sopra la piccola Chiesa. Le montagne intorno sono piene di neve e in fondo si vede Vallepietra, abbracciata dalla valle. Al ritorno facciamo tappa alla Diga del Simbrivio, per poi ammirare al tramonto la meravigliosa Cascata Cesa degli Angeli. In serata incontriamo la signora Pierina, che ci racconta di aver preparato le sagne con i fagioli e vorrebbe portarcene un pò per farcele assaggiare. Fantastiche!

L'Ara antica

Il giorno dopo, sono con due amici guide, Stefano Petri, geologo e Raffaele Principi Coppotelli, che percorre i sentieri in compagnia dei suoi meravigliosi asinelli. Insieme a loro porto Davide all’ Ara antica, poco sopra il paese. Si tratta di un bellissimo e panoramico anfiteatro naturale che si apre sui Monti Simbruini. Lungo il percorso incontriamo Cristoforo David, cresciuto tra queste montagne, che porta con sè fantastiche storie. Ci racconta che poco sopra l’Ara c’è un antico villaggio contadino dei primi anni del ‘900. Ci fermiamo ad ammirare il panorama. Qualcosa di indescrivibile si apre davanti ai nostri occhi. Decidiamo di seguire Cristoforo e proseguire. Dopo esserci inoltrati nel bosco, facendoci strada tra la vegetazione, arriviamo ad una piazzola e rimaniamo meravigliati. Una serie di edifici circolari sono posti uno a fianco all’altro. Cristoforo ci racconta che un centinaio di anni fa probabilmente ha vissuto qui una piccola comunità. Mentre parla riesco ad immaginare le persone radunate intorno al fuoco, gli odori, i rumori, i versi degli animali, le grida dei bambini. Torniamo in paese, chiacchierando e fantasticando su progetti e sogni da realizzare.

La sera siamo invitati dalla Confraternita di Sant’Antonio Abate, riuniti in una piccola saletta. C’è un’atmosfera di gioia. Si mangia, si beve, si fanno battute, si ride in compagnia. Ci fermiamo a parlare con Ugo, che ci racconta la storia delle Confraternite, organizzazioni di persone con scopi caritativi e assistenziali. Assaggiamo i buonissimi bignè fatti in casa da Belinda e con un pizzico di nostalgia, lasciamo il banchetto.

La Valle delle Cascate

Il giorno seguente ci aspetta la mia amica Barbara Peticca anche lei guida AIGAE, insieme a Giovanna Rondinara e Monica Marzola. Si unisce al nostro team Giovanni Mattei, che ha una piccola struttura ricettiva chiamata Appenninicus a Civitella Roveto in provincia de L’Aquila. Ha letto sul mio blog dell’arrivo di Davide e vuole conoscerlo. Andiamo alla Valle delle Cascate. 

Partiamo dal paese e scendiamo lungo le Utelle, una strada che percorreva il mio carissimo nonno, con i suoi sacchi di patate e fagioli sulle spalle. Saliamo costeggiando il torrente e passo dopo passo meravigliosi giochi d’acqua si presentano davanti ai nostri occhi. Cerco di immortalare quanta più bellezza possibile…ma è veramente difficile perchè non so dove guardare. Rimango incantata ad osservare i salti dell’acqua dalle rocce e ad ascoltare quel suono familiare, che risuona nelle mie orecchie sin da quando ero bambina e mi accompagna anche quando sono lontana.

Il viaggio non finisce mai

Al rientro Davide si ferma a lavorare nello spazio di co-working appositamente allestito dal Comune di Vallepietra.
Io invece sono in partenza ma è soltanto una delle tante partenze per un altro viaggio e nel momento in cui siedo in macchina…mi assale una profonda malinconia e ho già voglia di tornare.

Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. 

(Josè Saramago)